La ripresa dei consumi nella fase di uscita dalla pandemia in atto, è in tutta evidenza la chiave del rilancio economico, produttivo e occupazionale. Non è invece facilmente prevedibile con quali caratteristiche e con quale intensità e progressività, il riavvio dei consumi avverrà. Si può pensare che il trauma individuale e collettivo causato dal diffondersi del virus possa aver creato nelle persone atteggiamenti verso i consumi, almeno in parte, differenti rispetto al passato. Ci potrà essere maggiore attenzione verso acquisti più sostenibili, meno superflui, oltre che una significativa modifica dei comportamenti, generalmente più inclini al risparmio e alla riduzione dello spreco. D’altro canto, dopo un periodo di restrizioni, ci sarà la voglia e la necessità di una maggiore libertà e con essa una spinta verso spese che erano precedentemente precluse o rimaste per un certo periodo sopite, oltre al desiderio di momenti di svago comunitari e collettivi.
Rispetto a questa duplice possibile condotta, il mercato non sarà per un certo periodo completamente in linea con le richieste e le aspettative delle persone. Inoltre su questo scenario pesa un’altra incognita, quella dei prezzi dei prodotti di consumo e dei servizi. Possiamo osservato già in questo periodo un sensibile aumento dei prezzi di diversi prodotti. D’altronde i costi di produzione e di distribuzione non potranno essere quelli, almeno per un certo tempo, precedenti alla crisi, considerando che l’organizzazione del lavoro dovrà prevedere misure di distanziamento e di protezione dei lavoratori, con conseguente riduzione dell’efficienza e aumento dei costi che si ripercuoteranno sui prezzi.
Quindi le famiglie, nella congiuntura che si prospetta, non tutte allo stesso modo, subiranno un duplice contraccolpo, da una parte vedranno ridotti gli introiti reddituali e dall’altro soffriranno dell’aumento del costo della vita. Conseguentemente diminuirà la domanda complessiva, tale riduzione genererà una più lenta ripresa delle attività produttive e dell’occupazione, con un doloroso arretramento del sistema economico.
Per scongiurare situazioni di grave crisi economica e per ridurre l’impatto negativo sui cittadini consumatori e sulle imprese, saranno necessari importanti interventi pubblici, da un lato per stimolare gli acquisti e dall’altro per favorire utile occupazione.
Sarà indispensabile stanziare dei sussidi mirati per quelle famiglie che non hanno le risorse per poter sostenere consumi adeguati, e stimolare la spesa di coloro che non hanno subito riduzione di reddito o che possono disporre di sufficienti risparmi utili ad avviare iniziative che generano lavoro, ad esempio investendo nella propria abitazione per ristrutturazioni, efficienza energetica, produzione di energia da fonti rinnovabili. Per promuovere questi investimenti sarà molto utile l’aumento degli sgravi fiscali sulle spese sostenute. Inoltre saranno necessari importanti investimenti pubblici, in particolare nella scuola, nella sanità, nella ricerca, nell’ambiente e nell’efficienza energetica, nella rete ultra larga, nell’adeguamento delle infrastrutture viarie e della messa in sicurezza del territorio.
Infine, non è di secondaria importanza, considerando che in questa fase così incerta, ci saranno sicuramente persone senza scrupoli che vorranno approfittare del momento per mettere in atto speculazioni di ogni tipo a danno dei cittadini consumatori e dell’economia in generale, è opportuno attrezzare un adeguato sistema di sorveglianza pubblica democratica. Sarà necessario quindi costituire dei “Comitati prezzi” sia a livello nazionale che regionale e territoriale, con il compito non soltanto di sorvegliare e denunciare gli abusi sui prezzi, ma anche per vigilare sul corretto funzionamento del mercato. Pertanto è necessario che le forze sociali propongano fin d’ora al Governo nazionale e locale iniziative, azioni e comportamenti utili alla ripresa economica e alla contemporanea tutela dei cittadini consumatori.
Edo Billa