La Commissione europea ha adottato recentemente un nuovo pacchetto di misure sull’economia circolare, finalizzate a promuovere, nell’ambito della produzione e del consumo, l’utilizzo più sostenibile e razionale delle risorse, in particolare attraverso un maggior ricorso al riciclaggio e al riutilizzo dei prodotti e dei rifiuti. Si realizzerà così il massimo valore e il massimo uso dalle materie prime, il risparmio di energia, riducendo le emissioni di gas a effetto serra, un rilancio dell’economia e l’aumento dell’occupazione.
L’economia circolare si prefigge di ridurre i rifiuti e proteggere l’ambiente, ma presuppone anche una profonda trasformazione del modo in cui funziona la nostra intera economia. Bisogna ripensare il nostro modo di produrre, lavorare, acquistare e consumare. Le misure della Commissione sono inquadrate in una visione di sistema che considera l’attuale situazione di sfruttamento delle risorse del nostro pianeta insostenibile e valuta la nostra economia senza prospettiva se continueremo a seguire il modello del “produci, usa e getta”. Le risorse sono preziose e vanno conservate, sfruttandone al massimo il potenziale valore economico quando sono inserite nel flusso produttivo. In sostanza, se riusciremo a usare le risorse in modo più efficiente, a essere meno dipendenti dalle materie prime, ormai scarse, e a rimodellare l’economia di mercato, i benefici ricadranno su tutti e sull’intero sistema socio ambientale, migliorando anche la nostra competitività. Di seguito in estrema sintesi alcuni punti delle misure adottate:
azioni per ridurre i rifiuti alimentari, compresa una metodologia comune di misurazione, una migliore indicazione della data di consumo, e strumenti per raggiungere l’obiettivo di sviluppo sostenibile globale per ridurre della metà i rifiuti alimentari entro il 2030;
lo sviluppo di norme di qualità per le materie prime secondarie (recupero degli scarti di lavorazione delle materie prime o dal riciclaggio dei rifiuti) al fine di aumentare la fiducia degli operatori nel mercato;
misure per promuovere la riparabilità, longevità e riciclabilità dei prodotti, oltre che l’efficienza energetica;
la revisione del regolamento relativo ai concimi, per agevolare il riconoscimento dei concimi organici e di quelli ricavati dai rifiuti e sostenere il ruolo dei bionutrienti;
una strategia per le materie plastiche che affronti le questioni legate alla riciclabilità, biodegradabilità, alle eliminazione delle sostanze pericolose;
la riduzione in modo significativo dei rifiuti marini;
azioni in materia di riutilizzo delle acque e prescrizioni minime per il riutilizzo della acque reflue;
la revisione della legislazione sui rifiuti, con un obiettivo, a livello di UE entro il 2030, di riciclare il 65% dei rifiuti urbani e il 75% dei rifiuti di imballaggio, di ridurre il collocamento in discarica al massimo al 10% per tutti i rifiuti;
il divieto del collocamento in discarica dei rifiuti della raccolta differenziata;
definizioni più semplici e adeguate nonché metodi armonizzati per il calcolo dei tassi di riciclaggio in tutta l’UE;
misure concrete per promuovere il riutilizzo e stimolare la simbiosi industriale trasformando i prodotti di scarto di un’industria in materie prime destinate ad un’altra;
incentivi economici affinché i produttori facciano giungere prodotti più ecologici sul mercato e un sostegno ai sistemi di recupero e riciclaggio (es. per imballaggi, batterie, apparecchiature elettriche ed elettroniche).
Queste misure proposte della Commissione europea ora sono al vaglio dei singoli Paesi e nei prossimi tempi si può prevedere un importate cambiamento nella mentalità e nel comportamento sia delle amministrazioni pubbliche che delle imprese e dei cittadini. Ora è compito di tutti sostenere concretamente questo processo innovativo perché si trasformi in risultati concreti e duraturi.