Quando pensiamo di comprare qualcosa o quando andiamo a fare la spesa, consideriamo di acquistare delle cose che già sono state prodotte, che abbiamo visto o che qualcuno ci ha consigliato perché a sua volta le ha già comprate. Non ci viene quasi mai in mente di poter avere delle merci che non siano già in commercio. Sul mercato i beni e i servizi non sono lì per caso, qualcuno ci offre dei prodotti che ha pensato di fare e di commercializzare in precedenza, non per farci un piacere ma per ricavare un guadagno, un tornaconto. Questa comportamento assieme all’interesse di chi compra, che Adam Smith definiva “la mano invisibile”, è la chiave del commercio e dell’economia, o almeno dell’economia che conosciamo abitualmente. Dunque tra chi compera e chi vende non c’è benevolenza ma solo interesse. Tralascio in questo momento il fatto che gli scambi di mercato hanno anche sempre un valore sociale e relazionale ma che non trova ancora un adeguato sviluppo. Proviamo a stare al gioco del mercato d’interesse, ribaltando però i fattori, pensiamo prima a qualcosa da avere, da comprare, fatta in un certo modo e poi chiedere che venga prodotta e che possa essere disponibile nel modo preferito. In questo caso non sarà la produzione a proporci, attraverso la pubblicità, i prodotti pensati altrove. Ovviamente cosi come è organizzato attualmente il mondo produttivo, della distribuzione e dei servizi, sembra quasi impossibile realizzare questo rovesciamento degli attori. Le cose però stanno cambiando. Si possono elencare almeno due elementi decisivi che fanno diventare rilevante e forse anche determinante il punto di vista della domanda, rispetto a quello dell’offerta: l’ambito culturale e quello tecnologico.
1) La sempre maggiore competenza formativa e culturale delle persone, permette di fare scelte più informate, responsabili, correlate a un migliore stile di vita, inoltre si diffonde maggiormente la consapevolezza di poter incidere, attraverso le scelte di consumo e le opinioni, sul mercato e sul contesto socio-ambientale.
2) L’altro elemento determinante sono le grandi trasformazioni tecnologiche riguardati sia l’informazione e la comunicazione che la produzione. Oggi sono disponibili, attraverso internet, informazioni praticamente su ogni aspetto della vita umana e sterminate notizie provenienti da ogni parte del mondo. I collegarti interpersonali non hanno confini e per chiunque è diventato più facile e a portata di mano comunicare potenzialmente con tutti gli esseri umani e anche con una infinità di macchine. La produzione, una volta strutturata in grandi e rigidi stabilimenti, oggi è più diffusa, molto più flessibile e con l’avvento dell’industria 4.0 e dell’affermarsi delle stampati 3D, è molto più facile e meno costoso adattare la produzione alle richieste della domanda.
Considerata questa nova realtà, ora il cittadino può co-generare assieme ad altri cittadini consumatori e assieme alla produzione i prodotti di consumo, e soddisfare meglio i propri bisogni e i desideri: una vera rivoluzione, un nuovo equilibrio tra consumatori mercato e imprese.